Interviste

Fatima Sarnicola: dico no alla violenza sulle donne e si alle adozioni

Il 25 novembre è stata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Fatima Sarnicola è una ragazza di origine lituane ma che vive in Italia da 16 anni. È una laureanda in Scienze Biologiche. Anche lei è stata più volte vittima di violenza e per questo Nonsolomodanews, che ha aderito alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ha chiesto a Fatima se desiderasse concederci una intervistaLa risposta è stata positiva ma la sua storia, in breve, merita di essere raccontata prima di essere affrontata “step by step” nell’intervista.

Da piccola Fatima è stata adottata e ad oggi, sui social, scrive proprio di questo, ovvero del suo passato e di recente ha sostenuto le donne contro la violenza, essendo stata anche lei, più volte, una vittima. Ha fatto anche la modella (bellezza baltica ndr), ma non è il suo obiettivo principale.  Il suo obiettivo è diventare ingegnere biomedico e creare un qualcosa di suo per portare avanti sia il concetto di “ragazza coraggio, vittima di violenza” che “l’adozione non deve essere limitata dalla paura”.  Ha accettato di buon grado di concederci l’intervista anche se la sua storia, come la storia di moltissime persone che sono state adottate, è una storia fatta di sofferenza non solo fisica ma anche psicologica anche se, per quanto riguarda Fatima, l’essere stata adottata da una famiglia italiana le ha permesso di rinascere e potersi riprendere la vita. Ringraziamo Fatima per averci concesso questa lunghissima intervista. Alle nostre lettrici e ai nostri lettori, auguriamo che l’intervista di Fatima sia di “pungolo” per continuare a sostenere le donne vittime di violenza e i cari che le stanno vicini.

Ciao Fatima, ti vuoi presentare alle nostre lettrici e ai nostri lettori di Nonsolomodanews? Ciao, sono Fatima Sarnicola, vivo ad Agropoli, bellissimo paese del Cilento, da ormai sedici anni. Sono di origine lituane, precisamente di Skaciai, un piccolo paese vicino Kursenai. Mi trovo qui in Italia perché da piccola, all’età di due anni, sono stata messa in adozione. Sono nata il 1° novembre del 1998”.

Cosa fai nella vita?  “Nella vita attualmente mi sto laureando in scienze biologiche, una laurea che sto amando ogni giorno sempre di più. Sono nell’ultima fase e non vedo l’ora di indossare la corona d’alloro”.

Come è nata la tua curiosità nelle materie scientifiche?  “Mi sono innamorata della scienza durante i miei anni da studentessa liceale. Ho avuto professori che da subito, mi hanno trasmesso la bellezza della biologia e tutto il mondo che si porta dietro. Ammetto anche che da piccolina, mi divertivo a vedere video sul corpo umano e questa cosa non ha fatto altro che alimentare per anni, questa mia grande passione”. 

Come sei caratterialmente?  “Sono una ragazza molto determinata, empatica e sensibile. So cosa voglio nella vita e fino a quando non lo ottengo, lotto ogni giorno per ottenerlo. Ho un carattere molto forte, ma questo perché la vita mi ha costretto ad esserlo già a partire dai primi anni della mia vita”. 

Ti va di parlare della tua adozione?  “Certo. Sono nata da una famiglia di origine lituane. Mia madre biologica era di origine lituane mentre mio padre di origine finlandese, ammetto che non l’ho mai conosciuto. Con mia madre ci ho vissuto giusto un anno, poi fui portata in un brefotrofio, una struttura per i neonati che vengono messi in adozione. Siccome, la mia famiglia biologica si era completamente dimenticata della mia esistenza, all’età dei 3 anni fui spostata in un orfanotrofio, una struttura dove educavano i bambini fino alla maggiore età”. 

Come hai vissuto la tua infanzia nell’orfanotrofio?  “Sicuramente sono stati gli anni più complicati per me. Con ancora un pupazzo in mano, mi sono ritrovata ad affrontare una realtà che nessun bambino dovrebbe provare. Sono stata vittima di abusi e maltrattamenti da parte delle tutrici per lunghi 8 anni. Oggi, quando mi guardo allo specchio e noto le cicatrici che mi sono rimaste, ripenso al mio passato. Ma sono forte. Da subito ho imparato la sopravvivenza e ce l’ho fatta”. 

A che età sei stata adottata?  “Sono stata adottata all’età di 7 anni e mezzo. Il mio ottavo compleanno l’ho festeggiato a Vilnius, nella capitale della Lituania, insieme alla mia famiglia adottiva.  L’adozione si è concretizzata nel 2006, ricordo che dopo 3 giorni dal mio compleanno, il 4 novembre del 2006 ho salutato l’orfanotrofio”. 

Com’è stato lasciare tutti i tuoi amici dell’orfanotrofio? “È stato straziante. La mia famiglia adottiva, ogni volta che mi venivano a trovare, prima di adottarmi, portavano regali a tutti i bambini e l’ho hanno fatto anche nel giorno di partenza. In più, avevo tantissimi vestiti e giochi. Insieme alla mia famiglia, decidemmo di lasciare tutto ai miei amici.  So perfettamente che le cose materiali non posso sostituire gli affetti provati, ma ho cercato di lasciare in tutti i modi, un bel ricordo di me”. 

Attualmente, come ti trovi con la tua nuova famiglia? Di che origine è?  “La mia nuova famiglia è di origine italiana. Amo l’Italia. Credo che sia uno dei paesi più belli al mondo. La cultura, la lingua che ho imparato subito, e il cibo la rendono UNICA.  Con i miei genitori e la mia sorellina biologica (siamo state adottate insieme) ho un rapporto bellissimo. Siamo inseparabili e grazie a loro, sono riuscita a superare tutti i miei traumi d’infanzia. Sono davvero in gamba”. 

Ci racconti la storia con tua sorella?  “Siamo sorelle biologiche. Lei è nata nel 2004 a Siali, a poche ore da dove risedevo io. La prima volta che l’ho vista è stato proprio il giorno in cui è nata. Insieme alle tutrici, andai a vederla in ospedale e feci la promessa che avrei lottato ogni giorno per averla con me. I suoi occhi color diamante mi hanno fatto innamorare perdutamente di lei. È stato amore a prima vista”. 

Vorresti dire qualcosa riguarda l’adozione?  “Si, in realtà tante cose. Quando si parla di adozione si parla di un mondo complicato e difficile. Ogni anno ci sono molte coppie che cercano di adottare un bambino, ma il percorso iter è molto lento. I miei genitori hanno aspettato lunghi 7 anni prima di avere una risposta. È più facile sostenere un bambino a distanza piuttosto che adottare per portarlo a casa. Ma il mio consiglio è di non mollare. Ci sono bambini in tutto il mondo che aspettano una famiglia, anzi la desiderano”. 

La tua famiglia ha mai sostenuto bambini a distanza?  “Si, hanno sostenuto economicamente una ragazza filippina. Lei aveva il sogno di laurearsi e la mia famiglia ha fatto di tutto per realizzare questo obiettivo. Oggi questa bambina è laureata e felice. In più, ogni anno, sono invitati nelle associazioni italiane per motivare le coppie all’adozione. Sono stati nominati in più, dall’ambasciata lituana, come i migliori genitori adottivi. Sono molto fortunata ad averli come famiglia”. 

Guardando il tuo profilo Instagram e tiktok, abbiamo notato che sei una grande sostenitrice di donne vittime di violenza. Cosa ti ha portato ad esserlo?  “Sono una donna e quindi reputo giusto e d’obbligo sostenere un’altra donna.  Sono poi assolutamente contro la violenza sulle donne. Di recente ho raccontato anche una mia triste vicenda. Sono stata vittima di un’aggressione in una camera dall’albergo durante una vacanza sulle isole Greche, da parte del mio ex fidanzato. Ho avuto davvero tanta paura, e questa paura mi ha portato a dare voce a tutte le donne, che come me, all’inizio, non avevano il coraggio di rivelarlo”. 

Ti va di raccontare meglio questa vicenda?  “Nell’ultimo anno ho avuto a che fare con una persona, il mio ex fidanzato, mi ha fatto rivivere la paura già provata e che mai avrei pensato che lui, un giorno l’avrebbe usata. Ero convinta che mi avrebbe dato l’amore è il rispetto che meritavo ma non è stato così. Sono stata una sua succube e perdonavo ogni sua violenza verbale; mi era ignoto però che è proprio così che si inizia. In una vacanza, ho subito il male. Quando gli altri si divertivano, io sono stata aggredita con anche delle minacce. Sono sempre stata una donna forte, ma quando hai a che fare con un uomo violento, diventi piccola, debole, indifesa. Ammetto che potevo difendermi in quel momento e raccogliere delle prove ma mi era stato tolto dalle mani l’unico mezzo che avevo, ovvero il telefono. Ero terrorizzata perché purtroppo, ho anche un problema cardiologico da non sottovalutare e lui ne era a conoscenza, e quindi ho avuto veramente paura di non farcela perché il mio cuore stava per scoppiare.  Mi disse la seguente frase “tu sei pazza, non è successo niente” però nel frattempo mi toccava il viso per vedere se avevo dei segni”. 

Vorresti lasciare un consiglio alle donne che hanno subito violenza?  “Certo, il mio consiglio è quello di invitare le donne ma soprattutto le ragazze, a non sottovalutare nessuna mancanza di rispetto nei loro confronti. 

La scelta del vostro compagno di vita non è una cosa scontata ma nemmeno necessaria nella vostra vita. Siamo nel 2022 e non nell’epoca dove vi era l’obbligo di sposarsi. 

Siate indipendenti, createvi la vostra ricchezza, amate voi stesse anche quando siete da sole. La solitudine ferisce ma vi fortifica. Tenete gli occhi aperti e soprattutto sappiate che gli uomini aggressivi, violenti, sono privi di valori per la vita. Loro non conoscono il rispetto per una donna e non va perdonato. Non permettete a nessun uomo di allontanarvi dai valori con cui siete state cresciute. 

Una brutta parola si trasforma in uno schiaffo e questo schiaffo in qualcosa di ancor più grave. 

Io sono qui per far sì che lo stesso non succeda ai miei figli futuri e dirò a loro che quello che conta nella vita non è il fidanzato, ma il rispetto che quel fidanzato deve avere nei loro confronti”. 

Quali sono gli obiettivi prossimi che vuoi raggiungere?  “Sono sicuramente tanti. Per il momento voglio laurearmi e poi intraprendere altri studi. Nel prossimo anno ho intenzione di vivere a Roma e studiare ingegneria biomedica, il mio grande sogno. 

Amo anche molto la fotografia e mi piacerebbe aprire una mia agenzia di moda. 

Sicuramente, nel mio interesse rimane anche l’aiutare i bambini orfani e le donne vittime di violenza. Mi piacerebbe creare un’associazione tutta mia e salutare tutti i bambini del mondo. Negli ultimi anni, ho sostenuto tanti bambini africani. Con il covid, la qualità di vita in Africa è peggiorata. Con delle donazioni sono riuscita a far sì che avessero le vaccinazioni giuste e un miglioramento della quotidianità. 

Cerco sempre di fare del mio meglio”. 

Ti piace viaggiare?  “Sì davvero tanto. Ho già visitato 14 paesi europei e girato tutta Italia. Nei prossimi anni, vorrei andare in Australia, America e Africa”. 

Un giorno adotterai un bambino?  “È di mia intenzione. Amo i bambini e se posso donar loro, una vita migliore, allora non ci penso più di due volte. Aspetto il momento giusto. 

Ho visto anche che ti piace scrivere. Come è nata questa tua passione?  “Sin da piccola ho sempre scritto, anche cose a caso. La scrittura mi ha permesso da subito, di sfogare il mio dolore interiore. Questa cosa mi ha portato ad avere una scrittura pesante e realistica, ma ne vado anche fiera. L’obiettivo della mia scrittura è quello di riuscire a trasmettere al meglio il mio stato d’animo. Ammetto anche che sto per ultimare il mio libro. Racconto il mio passato e la mia vita attuale. È un mix di emozioni che saranno difficili da leggere e comprendere. Ma il bello della scrittura è proprio questo, ovvero il saper rischiare”. 

Hai una frase che ti piace molto? O che ti rispecchia?  “Si. <<dove hai trovato la forza? Siamo donne, la forza trova noi>>. È una frase di Lucy e Charles Brown (Peanuts ndr).  L’ho sempre sentita mia”.

Bruno Angelo Porcellana

Le fotografie sono fornite da Fatima Sarnicola  – I crediti appartengono ai relativi fotografi
Tutti i diritti riservati © 2022 – Email: nonsolomodanews@gmail.com

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