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Bologna – Galleria Cavour 1959 – Mostra di David La Chapelle, “Oltre il reale” fino al 15 marzo 2025

Introdotta da Antonella Fiori, responsabile della comunicazione della Galleria Cavour di Bologna, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della mostra fotografica dell’artista americano David La Chapelle dal titolo “Oltre il reale” alla quale hanno partecipato l’ing. Paola Pizzighini Benelli per la Galleria Cavour 1959 e Gaetano Lamantia di Contemporary Concept.

Antonella Fiori ha iniziato con una citazione di David La Chapelle “amo creare tramite l’uso della fantasia, tramutando in immagine i miei sogni”. Secondo la Fiori, l’artista americano è uno dei fotografi che più di tutti hanno inciso nell’immaginario collettivo, sia per la moda che per l’arte, proprio perché ha saputo coniugare questi due aspetti, oltre all’immaginazione, che è qualcosa che oggi forse manca al nostro mondo, almeno per come tutto il riproducibile e la realtà.

La Chapelle ha sempre detto di usare la moda per raccontare il suo mondo. Infatti, ogni opera è un piccolo racconto, una narrazione.

Ha poi passato la parola all’ing. Paola Pizzighini Benelli la quale ha ringraziato le persone presenti alla conferenza e tutte le persone che hanno contribuito a realizzare l’evento. Ha ricordato che la mostra fa parte del progetto “Galleria Cavour 1959 per Bologna” ed è particolarmente adatta per la Galleria in quanto tra la Galleria e l’artista in mostra ci sono tanti codici in comune. La visionarietà, perché galleria Cavour è un progetto visionario, infatti, è stato un progetto che ha rivoluzionato il centro storico della città collegando le quattro piazze più importanti di Bologna e in più ha allungato la passeggiata di bolognesi. In galleria si parla di arte, di moda, quindi sostenibilità e ambiente e tutti questi sono i codici condivisi con La Chapelle. Nel 2019 la Galleria è diventata carbon neutral, e questo tema è tanto caro a La Chapelle.

E’ stata la volta di Gaetano La Mantia il quale ha detto che “David La Chapelle è forse l’esponente internazionale che prende quella contemporaneità dove l’arte, la moda, la sostenibilità, la natura e questo lo si può sicuramente vedere in questo arco temporale di 32 anni di storia che viene raccontata in questa mostra. L’arte fotografica è uno strumento di espressione e David La Chapelle, grazie ad Andy Warhol che è stato sicuramente il maestro che lo ha portato a lavorare in una delle più importanti riviste come interview magazine”.

Nella mostra si può ammirare Superpower che è una delle opere più antiche presenti in mostra (1993) con l’ultima opera che si chiama Torre di Babele (2024), che è un’opera inedita, e che per la prima volta a livello mondiale viene esposta a Bologna. L’opera rappresenta un percorso fatto negli ultimi due anni, percorso legato anche a un discorso di spiritualità, perché l’artista è una persona molto spirituale, una persona che comunque più volte ha visitato la. Cappella Sistina, anche a porte chiuse, perché c’è grande simbiosi tra arte, spiritualità, e fotografia.

All’interno della mostra ci sono anche cinque opere della Via Crucis, progetto presentato a Roma l’anno scorso e che sta riscuotendo un buon successo.

In mostra ci sono anche gli inizi di carriera con le “celebrities” come Pamela Anderson e Naomi Cambell legato al fashion.

Tutte le opere raccontano” visivamente” quello che vediamo. Non c’è niente di Photoshop, tutto reale e crea anche quei minimi particolari con espedienti particolari, unici nel suo genere. Opere che hanno molte settimane di lavorazione per creare soltanto uno scatto.

Senza Papa Gregorio tredicesimo non ci sarebbe neanche la Chapelle. Il Papà ha inventato il termine moda e quindi è un po’ un cerchio che si chiude. Ecco in che modo questo legame tra sacro e spirituale che anche il profano, perché il mondo del business è anche profano. La bravura dell’artista è quello di far stare insieme tutto. La Chapelle è molto attento all’ambiente, basta vedere i quadri dedicati alle nature morte. Poi c’è il dopo l’alluvione, un tema che è stato tanto presente lo scorso anno e gli anni passati nella Regione e nella città di Bologna.

“Ci ho creduto tanto in questa mostra – ha dichiarato l’ing. Paola Pizzighini Benelli – perché aveva questi codici della sostenibilità e comunque diciamo della Galleria moda, arte, visionarietà, ambiente e sostenibilità. A tutto questo ha fatto sì che ci sia proprio un intreccio, un legame forte fra, appunto, galleria Cavour 1959 e La Chapelle anche in questi colori forti, in questo osare è stato incredibilmente coraggioso nella sua arte e mi fa ricordare anche come è stata coraggiosa dall’inizio il progetto di Galleria Cavour, ma anche avere la prima mostra di arte povera alla galleria de Foscherari con Pistoletto diciamo che La Chapelle prosegue in questo solco di moda e arte che vanno a braccetto”.

Gaetano Lamantia ha voluto ricordare che si tratta anche un progetto educativo e formativo. Infatti, dietro la mostra c’è un progetto con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, con il liceo Arcangeli e il Liceo Righi. Sono coinvolti più di 100 ragazzi che faranno delle attività dal primo febbraio al 15 marzo, giorni di apertura della mostra. Per le nuove generazioni si tratta di uno strumento di formazione, di orientamento a quelle che possono essere tutte le attività e le connessioni che nascono da questa mostra.

Oltre ad esserci un’opera del 1993 c’è anche un’opera inedita del 2024 dal titolo, la Torre di Babele. Quest’ultima è un po’ il clou della mostra. La Torre di Babele è stata da sempre, uno strumento di stimolo per gli artisti. Nel caso di David La Chapelle abbiamo un’immagine un pochino dissacratoria, ironica ma che ci fa anche riflettere su quello che è il contesto che si vede all’interno di quest’opera, tutti i particolari delle scene, i volti rappresentati di comuni mortali, dove sicuramente il simbolo della torre è un momento anche di riflessione in quello che è la visione dell’artista.

La mostra è stata curata insieme a David La Chapelle. Il colore del font, le scritte, la scelta del percorso è stata realizzata sotto la sua visione. Lui vive alle Hawaii ed è sempre in giro per il mondo, ma ha voluto partecipare alla creazione della sua mostra indicando il percorso espositivo migliore per tutti.

Una cosa impotante, nell’epoca dell’intelligenza artificiale. David La Chapelle costruisce ancora i set fotografici in modo reale. In conferenza è stata letta una dichiarazione di come è stato costruito il set della Torre di Babele. Il modello della torre è stato costruito e le nuvole sono state fatte di cotone. Quest’ultime sono state dipinte per armonizzarsi con lo sfondo e il panorama della città che si tratta di una proiezione di Los Angeles.

La mostra è gratuita e l’idea della gratuità è di David La Chapelle al quale bisogna essere grati ed onorati per questa opportunità.

Le opere di David La Chapelle vi attendono in Galleria Cavour 1959 dal 1° febbraio al 15 marzo 2025. Buona mostra.

Bruno Angelo Porcellana

Testo ed immagini di Bruno Angelo Porcellana 
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