Si è concluso venerdì 23 maggio 2025 con la vittoria del Napoli sul Cagliari per 2 a 0, il campionato italiano di Calcio e che ha visto la squadra del presidente De Laurentis vincere lo Scudetto (il quarto) per un punto sull’Internazionale (complimenti alla società SSN Napoli). Un campionato che ha visto la squadra di Conte primeggiare per più di metà della stagione (20 giornate) rispetto alle concorrenti e in modo particolare dell’Internazionale. Uno scudetto meritato anche se, ad onor del vero, detto anche dai propri sostenitori, la squadra partenopea non ha espresso un bel calcio (cosa che ha fatto l’Internazionale per lunghi tratti ma che con i troppi impegni – in primis la Champions League – alla fine ha pagato dazio).
In attesa degli ultimi verdetti, sia in testa che in coda, dopo aver reso onore al SSC Napoli desidero passare a scrivere di una grande delusa del calcio italiano ovvero l’AC Milan di cui sono anche sostenitore. Proprio in questi giorni nel 1989 e 1990 (24 e 25 maggio) il Milan vinceva due Coppe dei Campioni con giocatori del Calibro di Gullit, Van Baste e Rijkaard supportati da altri giocatori italiani come Baresi, per citarne uno solo. Purtroppo, la stagione 24/25 verrà ricordata come una stagione negativissima, in quanto pur avendo vinto una supercoppa a gennaio in quel dell’Arabia Saudita non è riuscita ad andare avanti né in Coppa (eliminata dagli Olandesi del Feyenoord) né in Coppa Italia (sconfitta dal Bologna in finale) né tantomeno in campionato con un cambio di allenatore a metà stagione. Una squadra con un buon organico, a mio parere, che purtroppo non ha trovato la giusta sintesi e molti giocatori hanno giocato non ai propri livelli, con mal di pancia dall’inizio da parte dei tifosi per le scelte societari e contestazioni dei giocatori alla conduzione tecnica di Fonseca come avvenne nella sosta durante Lazio – Milan ad inizio stagione della coppia Leao-Hernandez per non parlare della discussione tra l’attuale tecnico Conceicao e l’ex capitano Calabria che portò l’allontanamento di quest’ultimo da San Siro. Giocatori andati prestito all’inizio della stagione o a metà in altre società che hanno vinto la Coppa Italia, come Calabria o lo scudetto come Okafor o in Europa come Saelemaekers a Roma e Adli a Firenze. In più si aggiunga la retrocessione della squadra Milan Futuro di serie C, la famosa ciliegina sulla torta. Le contestazioni di questi giorni nei confronti della società e dei dirigenti lasceranno il segno e molte cose saranno modificate iniziando dalla squadra dirigenziale che vedrà come DS l’ex laziale Igli Tare. Subito il nuovo allenatore con il quale la società dovrà vedere di sfoltire la rosa di giocatori che, non essendoci le coppe, sarebbero in esubero e rischierebbero di non entrare mai in campo. Capire che cosa si vuole fare con i giovani che hanno calcato i campi sia di serie A che di C (Camarda in testa).
Poi ci sarà il tempo di preparare al meglio la nuova stagione. Sono sicuro che la dirigenza voglia fare bene e come ha detto l’amministratore delegato Furlani nell’ultima intervista rilasciata prima di Milan – Monza la società non è stata contenta e ci crediamo anche perché Giorgio Aronne Furlani, a differenza di altri dirigenti, è tifoso della squadra per il quale fa l’Amministratore delegato.
Definite le posizioni finali (Monza, Venezia ed Empoli retrocesse) Napoli, Internazionale, Atalanta e Juventus in Champions League, Roma e Bologna in Europa League e Fiorentina in Conference League, ora è il tempo di guardare alla nuova stagione che, essendo arrivati 8 (prima del Bologna, ndr) ma avendo perso la finale di Coppa Italia inizierà a metà agosto contro il Bari. Campionato e Coppa che saranno due obiettivi della nuova stagione.
Rimpianti molti, tanti gol subiti e sconfitte non sempre meritate ma che alla fine hanno pesato sulla classifica finale. La contestazione iniziata già dai primi rumors del nuovo allenatore del post Pioli (Lotopegui) non ha fatto bene. Fonseca un buon allenatore ma che non si è mai sentito supportato in tutto e per tutto dalla società e poi, Conceicao, che prima di prendere in mano la squadra ci è passato del tempo e i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative della società. Si cambierà, con la speranza di prendere un allenatore che conosca bene il calcio italiano e che possa fare la “campagna acquisti e cessioni” con il nuovo Direttore Sportivo che a tutt’oggi non è stato ancora ufficializzato.
La sconfitta in finale di Coppa Italia brucia e brucia tanto ma per certi versi è stato meglio così. Mettere una foglia di fico ad una stagione deludente non avrebbe giovato a nessuno. Certo, valutazioni nella finale da parte dell’arbitro (giocata sufficientemente male, purtroppo) come la gomitata ai danni di Gabbia e non sanzionata con l’espulsione – cosa avvenuta poi con Santi Jimenez nella partita successiva di campionato – spiace. Valutazioni oggettive non trattate nella stessa maniera (e sull’impiego del Var e dei varisti è da rivedere) con sanzione difformi rispetto ad altri casi simili – 1 giornata di squalifica anziché 2.
Ieri è stato il Bologna 1909 day. Una città in festa, la città dove vivo e che in questi ultimi due anni ha vissuto come in un sogno, prima la qualificazione alla Champions League con Motta in panchina e poi, la vincita della Coppa Italia con Vincenzo Italiano. Si esalta la stagione del Bologna perché ha vinto una Coppa Italia (e chi non la festeggerebbe essendo il primo trofeo dopo 51 anni) che dà lustro alla squadra emiliana, al suo presidente Saputo e all’allenatore Vincenzo Italiano ma bisogna essere obiettivi e non farsi distrarre dal risultato finale e che per certi versi aumenta il rimpianto per i rossoneri anche se, come ho scritto prima, la vittoria sarebbe stata una foglia di fico sulla stagione sottotono (eufemismo) della prima squadra di Milano.
Organico migliore sulla carta (e non solo a livello di valutazioni di transfermarkt.it ), posizione di classifica finale migliore (63 contro 62 punti) rispetto al Bologna (Ottavo), qualificazione diretta mancata ai quarti di finale di Champions League per una malaugurata partita per non parlare degli scontri di spareggio con il Feyenoord. Chi vince ha sempre ragione. Ora la società rossonera guardi il futuro con fiducia e sarà sempre il campo di gioco a determinare il successo o insuccesso del lavoro fatto dalla dirigenza e per questo, non condivido le proteste che vanno avanti da mesi e che hanno destabilizzato l’ambiente e che hanno raggiunto il culmine venerdì scorso sia davanti alla sede sociale che all’interno dello stadio Meazza a San Siro. Nessuna persona nasce “imparata” e credo che la dirigenza rossonera abbia a cuore i destini sportivi sia loro che dei milioni di tifosi rossoneri in giro per il mondo.
Un pensiero sull’Inter, che dopo aver sognato il triplete, sfumato prima in Coppa Italia e poi in Campionato, e disputerà il giorno 31 maggio la finale di Champions League con il PSG in quel di Monaco di Baviera. Come a Istanbul nel 2023 contro il Manchester City, anche quest’anno l’Inter non è la favorita della finale contro il Paris Saint Germain. Speriamo che il risultato finale sia differente per la seconda squadra di Milano e i suoi tifosi, iniziando dal presidente Marotta. Molti tifosi milanisti guarderanno la partita e sicuramente faranno il tifo per un giocatore del PSG con trascorsi rossoneri come il portiere Gianluigi Donnarumma ma essendoci una squadra italiana che si gioca la finale, come si dice in questi casi, vinca il migliore!!!
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