Interviste

Giada SGH. Quando la volontà fa superare tutti gli ostacoli

Giada Suicide Girl Hopefuls

Nonsolomodanews presenta ai propri lettori la modella Giada, aspirante Suicide Girl  Hopefuls. Giada è una modella alternative ma non per questo trasgressiva.  Pur giovane Giada sa che cosa desideri fare nella vita.  Fare la modella Suicide Girl non è facile e lei tocca questo tasto con estrema lucidità durante l’intervista. Grazie a Giada per averci permesso di entrare nel suo mondo e auguriamo ai lettori di Nonsolomodanews buona lettura.

Ciao Giada, benvenuta su Nonsolomodanews.

Quali sono le tue misure? “Ciao, le mie misure sono 85- 61-89”

Tu sei un’aspirante Suicide Girl. Perché ti sei avvicinata alla comunità fondata nel 2001 da parte di Sean Suhl (Sean) e Selena Mooney (Missy Suicide) ovvero perché vuoi diventare una Suicide Girl? “Fin da piccolina, tutte le modelle che guardavo sfilare in tv erano super magre, toniche ed altissime, non che abbronzatissime e con una pelle perfetta, erano e sono tutt’ora il canone di bellezza per eccellenza. Io però non essendo super abbronzata e neanche altissima, sapevo che non avrei mai e poi mai potuto lavorare per queste case di moda. Quindi iniziai a fare tutto quello che adoravo, ovvero, colorarmi i capelli, tatuarmi e a farmi un sacco di piercing. Per caso, mi sono imbattuta nella pagina IG delle SG e da li è stato davvero amore a prima vista… Io volevo essere come loro, fuori dagli schemi ma al tempo stesso super eleganti”.

La comunità Suicide ha come obiettivo quello di mostrare belle ragazze punk non vestite e restituire alle donne il controllo della propria sessualità. Quali sono gli step per diventare una suicide? “Beh prima di tutto bisogna essere a proprio agio con la proprio sessualità, sapendo che prima o poi chiunque (parenti, amici, datori di lavoro..) vedranno le tue foto. Poi arriva la parte in cui si scatta, e anche li devi fidarti del tuo/a fotografo/a in quanto il progetto del set viene fatto assieme e su misura. Dopo di ché si aspetta che il set venga pubblicato!! ”.

Quando si diventa Suicide Girl? “Non c’è un tempo definito, ognuna ha i suoi tempi”.

Quali sono le caratteristiche che ti contraddistinguono rispetto alle altre modelle e fotomodelle?  “La timidezza sicuramente e il fatto che di solito sono sempre poco truccata”.

Ci racconti la tua esperienza di modella alternative? “Beh all’inizio era strano, spogliarmi davanti alla mia fotografa, scattare in pose provocanti… Poi con il tempo è diventato un po più semplice ma sempre estenuante dato che devi stare sempre immobile ma al tempo stesso apparire rilassata e sorridente. Ogni set puoi essere chi vuoi, cambi location, vestiti…”.

Quando hai iniziato a fare la fotomodella e a posare? “In realtà è pochissimo che poso, solo da maggio 2019”.

Cosa significa essere una modella hopefuls suicide girl? “Significa che sei in prova”.

Sei una persona curiosa? “Moltissimo”.

Ti ricordi la prima volta che hai posato? “Certo, era un pomeriggio in cui già faceva molto caldo ed io ero stra agitata. Mi ricordo che posai per circa due ore e mezza.. Ma da li capii che era quello che volevo fare”.

Quali sono le tue sensazioni quando vieni fotografata? Ce le vuoi raccontare? “Diciamo che prima di un set si è sempre un po agitati, non si sa a che ora si inizia, a che ora si finisce, magari scatti con fotografi che non si conoscono… Poi quando inizi a scattare, entra in circolo l’adrenalina e tu vuoi solo scattare e scattare, sei felice di quello che fai perché ti piace, e speri che quel set sia interminabile”.

Quali sono i tuoi i generi fotografici? “Il nudo principalmente, ma spazio un po’ ovunque”.

Qual è il capo di vestiario che ami di più e quello di meno? “Quello che amo di meno probabilmente è il reggiseno, quello che amo di più è il body”.

Hai un progetto fotografico che ti piacerebbe realizzare e se si,  perché? “Al momento no, ma appena il lavoro me lo permette, scappo nelle altre città e vado a scattare.

Sei smartphone dipendente? “No ma in questo campo è davvero molto importante, e bisogna perderci davvero un sacco di tempo”.

Pensi che siano utili o li consideri dei perditempo? “Sono utili se utilizzati in modo corretto, ma vedo che di solito sono utilizzati in modo frivolo e superficiale”.

Se ti dovessi spostare di città, dove vorresti andare a vivere? “Torino se dovessi rimanere in Italia o Budapest”.

Sogni nel cassetto che desideri realizzare? “Sicuramente diventare suicide ufficiale, poter scattare con i grandi professionisti sia italiani che stranieri”.

Per te, essere una Hopefuls Suicide Girl è uno stile di vita o anche un lavoro? “In questo periodo, è uno stile di vita, e preferisco tenerlo tale per un po’”.

Grazie!

Bruno Angelo Porcellana

Fotografie fornite da Giada SGH – I diritti appartengono ai relativi fotografi
Tutti i diritti riservati © 2019 – Email: nonsolomodanews@gmail.com

 

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