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Diritto di esprimere il proprio pensiero e dintorni.

Keith Allen Haring - Tutti i diritti riservati

Keith Allen Haring – Tutti i diritti riservati

Diritto di esprimere il proprio pensiero e dintorni. Come la Costituzione e in modo particolare l’art. 21 viene ricordato “Pro domo nostra”.  Spesso ci si avvicina ai blog con superficialità. Nessun comprende esattamente cosa siano e che cosa vogliano trasmettere ma questo potrebbe valere per tutti. I blog spaziano su vari campi, non sono testate registrate in quanto non vengono aggiornate con continuità e per ciò non vi è l’obbligo di essere registrati presso il Tribunale competente e avere un direttore responsabile (giornalista professionista o pubblicista).

Molti di noi sentono l’esigenza di comunicare e la comunicazione non è solo verbale o scritta; ci sono molti altri modi e non sempre tengono in considerazione l’altro, in quanto, in primis, è dare soddisfazione a se stessi, al proprio ego e questo può avvenire in più forme: dalla scrittura, alla fotografia, alla pittura etc. tutti necessitano di un luogo dove potersi fare leggere o vedere. Negli ultimi anni si sono affermati i social, agorà virtuali, primo tra tutti Facebook, poi con il passare del tempo seguito da Twitter e ora da Instagram e da molti altri come i canali whatsapp, telegram etc.. Tutti modi di comunicare ognuno con una caratteristica differente. Nell’epoca pandemica in cui viviamo i social hanno giocato e giocano un ruolo importante sia nel bene che nel male. Lo hanno fatto in passato, ricordiamoci tutte le polemiche sulle elezioni americane e l’influenza che hanno avuto stati stranieri sull’elezione del presidente, lo fanno oggi dove tutti possono dire la propria senza avere un filtro (cosa relativa e lo si è visto bene con i profili dell’ex presidente Trump) o nella crisi Iraniana dove twitter era l’unico mezzo per comunicare. In Italia l’art. 21 della Costituzione (questa sconosciuta, purtroppo) afferma che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione  – ma non di dire cose false e menzognere o ancora peggio diffamare. Vale per ogni cosa ma in particolare sulle recensioni in quanto un conto è il diritto di critica, un conto è la diffamazione e spesso non ci si accorge di avere travalicato. Infatti, spesso ci si dimentica di ciò e si diventa leoni da tastiera senza pensare alle conseguenze nefaste che un tale comportamento ha sul piano giudiziario della persona coinvolta. A maggior ragione dà fastidio la superficialità con le quali le persone esprimono giudizi sulle cose e sulle persone senza neppure avere visto o letto ciò di che stanno parlando, ma solo per sentito dire. Leggiamo, guardiamo, osserviamo, assaggiamo e poi esprimiamo il nostro giudizio, evitiamo le banalità, cosa che si sta vedendo in questo periodo. Riflettiamo su quello che scriviamo e come lo esterniamo, probabilmente eviteremmo di incorrere, nel migliore dei modi, in figure barbine.

Bruno Angelo Porcellana (*)

(*) Giornalista, iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti.

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